Mastoplastica Riduttiva
La Mastoplastica Riduttiva è l'intervento di Chirurgia Plastica ed Estetica che consente di ridurre un seno troppo grande.
A quali persone può essere consigliata la Mastoplastica Riduttiva?
La Mastoplastica Riduttiva può essere realizzata in tutti i casi in cui si presenti una morfologia alterata del seno, associata ad un aumento del suo volume: in presenza di un aumento esagerato, come nelle gigantomastie; in presenza di mammelle pendule associate ad ipertrofia ghiandolare; in presenza di asimmetria evidente, con una delle due mammelle maggiore rispetto all'altra, la mastoplastica riduttiva può essere risolutiva.
Queste alterazioni infatti possono manifestarsi durante lo sviluppo puberale e l'adolescenza, ma anche dopo eventuali gravidanze, aumenti importanti del peso corporale o dimagrimenti, rendendo necessaria la consulenza specialistica in chirurgia estetica.
Qual è l'intervento di chirurgia estetica ideale per alzare un seno sceso?
La Mastopessi è tecnicamente l'intervento di chirurgia estetica, che si usa per risolvere la ptosi mammaria, generalmente conseguenza dell'allattamento, dell'involuzione post gravidica, dei dimagrimenti importanti o in casi di senilità precoce costituzionale. L'intervento di Mastopessi si usa per riportare il "cono mammario" nella sua originale posizione senza ridurre il volume del seno.
A quali persone indicare la mastoplastica riduttiva associata alla Mastopessi?
La ptosi che produce la "caduta" del seno è dovuta alla perdita di equilibrio tra il "contenuto" della mammella (ghiandola e grasso) e il "contenente" (cute), producendo la discesa del "cono mammario" rispetto alla posizione ottimale.
Tra le cause esistono fenomeni patologici coinvolti ma anche meccanismi fisiologici che possono produrre tale cambiamento, come succede ad esempio nell'ipertrofia del seno. Una ghiandola grande, ben sviluppata produce uno stiramento costante sulla cute che molto spesso produce una ptosi. Raramente infatti è possibile vedere un seno grande non ptotico. Da ciò si deduce, che nel novanta per cento delle persone che si sottopongono alla mastoplastica riduttiva è necessario correggere anche la ptosi che accompagna l'ipertrofia.
Mastoplastica riduttiva: Filosofia e tecnica
Spiego alle mie pazienti che con la Mastoplastica Riduttiva a differenza della mastoplastica additiva, si riesce a ridurre e migliorare la forma del seno in cambio di una cicatrice residua. In realtà questo è un concetto generale che vale per tutta la chirurgia plastica ed estetica, ma ancora di più per questo tipo di intervento. Si migliora la forma di una parte del corpo aggiungendo una cicatrice, sottile, eseguita con tecniche specifiche di chirurgia estetica ma che non scomparirà mai del tutto.
Le tecniche che utilizzo per la Mastoplastica Riduttiva prevedono una incisione diversa secondo l’indicazione e il tipo di problematica: incisione esclusivamente intorno all'areola per le piccole ipertrofie. Incisione verticale per le piccole e medie ipertrofie. Incisione a "T" invertita ridotta per le medie e grandi ipertrofie. Incisione a "T" invertita classica per le gigantomastie.
Risultati
Con queste tecniche di mastoplastica riduttiva il seno viene rimodellato secondo canoni estetici adeguati. Il complesso areola-capezzolo viene sollevato e riposizionato nel punto corretto, definito dal Prof. Pitanguy come "Punto A", che corrisponde alla proiezione della piega sottomammaria sulla mammella (1).
L’aspetto della mammella al livello della parte superiore sarà leggermente convesso (2) e non concavo o svuotato. Per ottenere ciò infatti è necessario un corretto montaggio della ghiandola con una giusta asportazione dei tessuti eccedenti, ecco perché spesso tecniche che prevedono cicatrici ridotte portano ad una insufficiente asportazione di tessuti e cute eccedente, producendo seni poco montati e svuotati al livello del polo superiore.
Con queste tecniche la mammella conserva i canoni estetici generali. Un parametro di verifica è la linea che unisce l’areola al solco sottomammario che deve avere una lunghezza variabile tra 4 e 6 centimetri (3).
Le cicatrici
Spiego alle mie pazienti, che con l'intervento di mastoplastica riduttiva e in generale con la Chirurgia Plastica, si migliora una forma del proprio corpo IN CAMBIO di un’incisione e quindi di una cicatrice residua. Questo è secondo me il punto fondamentale su cui riflettere al momento di prendere la decisione se sottoporsi oppure no all’intervento di mastoplastica riduttiva. La paziente dovrebbe chiedersi quanto sia importante per lei, migliorare la forma e l’estetica del proprio seno e se per questo valga la pena di aggiungere una cicatrice, anche se ben proporzionata e di buona qualità estetica. Sappiamo infatti che al giorno d’oggi nonostante la tecniche più moderne di sutura una volta realizzata una incisione sulla cute, la cicatrice risultante per quanto diventi poco visibile nel tempo, non scomparirà mai del tutto ( vedi il riferimento scientifico numero 1, 2, 3, 4, 5 ) .
Personalmente spiego chiaramente le cose: gli slogan del tipo “Mastoplastica Riduttiva senza cicatrici” lasciano il tempo che trovano ... e la paziente scontenta!
Sono fermamente convinto che ogni seno merita una propria cicatrice. Mi spiego: una gigantomastia con una grande ptosi, associata a cute poco elastica, con smagliature, in una paziente con alle spalle precedenti gestazioni e allattamenti, sicuramente non potrà essere risolta con una piccola incisione intorno all’areola, anzi difficilmente si riuscirà ad ottenere un soddisfacente risultato estetico senza una ampia incisione a “T” invertita.
Spesso mi viene chiesto se c’è la possibilità di ridurre le incisioni nel caso specifico. Probabilmente sempre esiste la possibilità di fare incisioni più corte negli interventi di mastoplastica riduttiva. Altri colleghi sicuramente proporrebbero questa, come prima opzione. Io stesso in casi adeguati propongo interventi dalle incisioni ridotte alle mie pazienti: un seno di medio volume, lievemente sceso è una condizione ben diversa rispetto ad una gigantomastia associata a ptosi, smagliature e flaccidezza. Sulla base di questa ottica lascio la paziente decidere se percorrere la via delle illusioni offerta da alcuni o la via dove vanno tenute in debito conto anche le limitazioni tecniche e specifiche dei singoli casi.
Mastoplastica di Pitanguy
La Mastoplastica Riduttiva è l’intervento di Chirurgia Plastica che insieme a pochi altri è maggiormente influenzato dalla sensibilità del chirurgo. La Scuola di Chirurgia Plastica del Prof. Pitanguy ha inizialmente dimostrato la propria filosofia al mondo scientifico mediante la divulgazione della tecnica messa a punto per questo tipo di intervento (vedi il riferimento scientifico numero 6).
La Mastoplastica riduttiva del Prof. Pitanguy, codificata più di quaranta anni fa è attualmente ancora una delle tecniche più utilizzate per ridurre il seno (vedi il riferimento scientifico numero 6). Questa tecnica è ancora insegnata seguendo concetti, che stimolino la sensibilità e l’estro dello specializzando, come ad esempio l’uso del bisturi alternativamente con la mano destra e sinistra, come fosse un pennello, per realizzare la “chiglia”, manovra intraoperatoria che serve per proporzionare in larghezza e “montare” la mammella. Procedimento questo che da un lato può far inorridire i chirurghi più tecnici, ma che rientra in una filosofia di insegnamento ed apprendimento sconosciuta in altre parti del mondo.
Spesso durante i congressi internazionali, chirurghi plastici statunitensi anche famosi, non riuscivano proprio a capire come nella tecnica del Prof. Pitanguy si prendesse come parametro di riferimento un solo punto fisso e gli altri punti venissero progressivamente riposizionati sulla base del montaggio della mammella per mezzo della sensibilità del chirurgo. I chirurghi statunitensi che per cultura scientifica si munivano di tutti gli strumenti possibili immaginabili prima di iniziare un intervento, che misuravano tutto, non riuscivano proprio a capire come era possibile realizzare una Mastoplastica Riduttiva di quella qualità estetica, in tempi brevi e con i soli strumenti chirurgici di base a disposizione. Infatti le tecniche utilizzate negli Stati Uniti per ridurre il seno come la tecnica di McKissock (vedi il riferimento scientifico numero 7) risultano estremamente complesse e macchinose da eseguire, a mio modo di vedere, non proporzionano risultati estetici di pari qualità.
mastoplastica riduttiva: Tecnica Chirurgica
In letteratura sono descritte decine di tecniche di interventi di mastoplastica per ridurre il seno, indice, che tutte più o meno funzionano o se vogliamo, che nessuna si distacca particolarmente dalle altre. Da un punto di vista tecnico negli Stati Uniti l'intervento di mastoplastica riduttiva più utilizzato è quello di McKissock (vedi il riferimento scientifico numero 7), in Europa si usa maggiormente la tecnica di Strombeck (vedi il riferimento scientifico numero 8), mentre in Sud America quella del Prof. Pitanguy (vedi il riferimento scientifico numero 6). In tutti i casi stiamo parlando di riduzioni che comportano una cicatrice a “T” invertita. Alternative per ridurre l’estensione della cicatrice sono le tecniche, che prevedono la cicatrice a “L” o la cicatrice verticale. Un intervento di mastoplastica, che ha acquistato notevole popolarità è stato proposto dalla Dott.ssa Madlene Lejour (vedi il riferimento scientifico numero 9). Consente di ridurre mammelle estremamente voluminose e ptotiche realizzando una incisione intorno all’areola accompagnata da una incisione verticale.
Personalmente è una tecnica che non mi ha mai entusiasmato: alcune misure, come ad esempio la distanza che corre verticalmente tra capezzolo e solco sotto mammario, nella paziente operata con la tecnica di Lejour, sono completamente differenti dalle misure rilevabili in una mammella non operata, che risponda a canoni estetici. Il risultato post operatorio immediato poi è a dir poco avvilente, per il chirurgo e la paziente, anche se dopo qualche tempo le mammelle assumono una forma soddisfacente. Inoltre per poter puntare su risultati accettabili occorre molta pratica con questo tipo specifico di tecnica (vedi il riferimento scientifico numero 9, 10). Voglio dire, mi piacciono i risultati nelle mani della Dott.ssa Lejour, un po’ meno nelle mani degli altri chirurghi, che si cimentano con questa tecnica. Una buona tecnica, tuttavia dovrebbe consentire a tutti gli operatori dei risultati adeguati
tecniche personali per la riduzione del seno
Personalmente per quanto riguarda la riduzione del seno utilizzo le tecniche seguenti:
- Mastoplastica Riduttiva con incisione esclusivamente intorno all’areola con la tecnica del Prof. Pedro Martins (vedi il riferimento scientifico riduzione seno numero 11), o con incisione verticale di Peixoto (vedi il riferimento scientifico riduzione seno numero 12 ), nelle piccole ipertrofie e nelle piccole ptosi.
- Mastoplastica Riduttiva con incisione a “T” invertita ridotta con peduncolo tipo I del Prof. Liacir Ribeiro (vedi il riferimento scientifico numero 13) nelle piccole ipertrofie accompagnate da notevole ptosi.
- Mastoplastica Riduttiva del Prof. Pitanguy (vedi il riferimento scientifico numero 6) o di Skoog con peduncolo mediale modificata dal Prof. Silveira Neto (vedi il riferimento scientifico numero 14) nelle gigantomastie.
- Mastoplastica Riduttiva del Prof. Jalma Jurado (vedi il riferimento scientifico numero 15). nelle gigantomastie associate a grandi ptosi.
anestesia e post-operatorio
Realizzo la Mastoplastica Riduttiva di routine mediante Blocco Loco regionale (vedi il riferimento scientifico numero 16) o Peridurale al livello T 4 – T 6 associato a sedazione (vedi il riferimento scientifico numero 17) Il tutto eseguito dal mio anestesista. Sono queste tecniche sicure e vantaggiose sotto tutti gli aspetti se realizzate da anestesisti capaci. L’intervento di Mastoplastica Riduttiva prevede una fase chirurgica di riduzione e simmetrizzazione relativamente rapida e una successiva fase di sutura molto delicata, che necessita di tempi adeguati per proporzionare ottimi risultati. L’intervento nella sua interezza dura 2:30 – 3:00 h, ma frequentemente di arriva anche alle 4.00 h. Un motivo in più per usare soluzioni che diano la possibilità di un post operatorio immediato tranquillo per il paziente , con possibilità di dimissioni in giornata.
Non vengono usati drenaggi e guaine compressive, ma solo un reggiseno anatomico. La medicazione è ridotta all’uso di un cerotto di carta microporoso sulle incisioni.
La paziente viene dimessa il giorno successivo e torna la settimana successiva allo studio medico, dove viene effettuato un semplice controllo di routine e viene rimosso il cerotto.
Il problema dell’asportazione dei punti di sutura non si pone in quanto usiamo colla biologica sulla cute o in alternativa suture riassorbibili
a quale età fare l'intervento di mastoplastica riduttiva ?
Esiste una età minima o massima per effettuare l’intervento?
Durante gli ultimi anni ho operato alcune ragazze dall’età compresa tra i 15 e i 17 anni con delle gigantomastie non proprio estetiche, che avevano fatto il giro dei medici e che sempre gli era stato detto che avrebbero dovuto aspettare il completamento dello sviluppo puberale.
Che dire? Se ci atteniamo ai testi scientifici è necessario aspettare il completo sviluppo prima di operare il seno di una ragazza, ossia almeno i 17 anni nelle nostre zone climatiche (vedi il riferimento scientifico numero 1, 2, 3, 4).
Il motivo di questa limitazione è il rischio che un ulteriore completamento dello sviluppo renda vano l’intervento dovendo intervenire di nuovo. Ma di fronte ad una ragazza complessata, che non esce con gli amici, che vive male la propria adolescenza, credo che un intervento precoce associato ad una corretta informazione sulla possibilità di un ulteriore intervento futuro in caso di ulteriore crescita, produce sicuramente un risultato migliore, specie sulla qualità di vita della paziente.
Questo è il vero obiettivo della Chirurgia Estetica: la cura al livello fisico ma anche psichico e che fa ricredere chi pensa che questo tipo di chirurgia sia cosa futile.
Sensibilità dell'areola e allattamento
La possibilità di perdere definitivamente la sensibilità dell’areola dopo l’intervento di chirurgia estetica di Mastoplastica Riduttiva è remota. Molto comunque dipende dal tipo di tecnica utilizzata.
Procedimenti molto in voga nel passato come l’amputazione mammaria con reinnesto dell’areola (vedi il riferimento scientifico numero 18) sono stati sostituiti da tecniche più moderne che evitano questi spiacevoli “effetti collaterali”.
Per quanto riguarda invece le problematiche sull’allattamento dopo una chirurgia estetica di mastoplastica riduttiva, c'è da dire che durante una riduzione mammaria parte della ghiandola viene asportata, tuttavia secondo studi recenti il 100% delle pazienti sottoposte a riduzione utilizzando tecniche a peduncolo centrale o inferiore sono in grado di allattare, anche se poi all’atto pratico il 65% di queste per svariati motivi non lo hanno fatto (vedi il riferimento scientifico numero 19)
Conservazione dei risultati
Durante la visita alcune pazienti mi fanno la fatidica domanda: “quanto dura il risultato di questo intervento?” nei loro occhi si legge il terrore di chi pensa di non riuscire a liberarsi del problema e di ritrovarsi con un seno non di suo gradimento nel giro di breve tempo. Altre invece affermano in tutta certezza “questi risultati sono definitivi! Vero?”, quasi come se una volta “rifatto”, il seno resti bello e “splendente” per l’eternità.
La verità, come sempre, sta nel mezzo, infatti una volta ridotto e/o sollevato il seno è soggetto alle influenze fisiologiche, costituzionali e ambientali che subisce un seno normale. Se la paziente operata andrà incontro ad una gravidanza, tutti quei fenomeni che contribuiscono a modificare il seno di una donna, che ha avuto un figlio si riproporranno (vedi il riferimento scientifico numero 5).
Anche gli aumenti e le diminuzioni di peso corporale si traducono in modificazioni, nel seno operato di Mastoplastica Riduttiva (vedi il riferimento scientifico numero 5).
Spiego alle mie pazienti che l’ideale sarebbe eseguire l’intervento con un peso non troppo differente da quello ideale o per lo meno dal peso abituale. Dimagrimenti importanti dopo l’intervento tendono a svuotare il seno recidivando parzialmente la ptosi, mentre aumenti di peso ponderale notevoli si tradurrebbero anch’essi in un nuovo, variabile aumento del volume del seno
Bibliografia
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10- Hall-Findlay, E.J. A Simplified Vertical Reduction Mammaplasty: Shorterning the learning curve. Plast. Reconstr. Surg. 104:748-763, 1999.
11 - Pedro Martins. Conferencia 4. XXXVIII Congresso Brasileiro de Cirurgia Plastica. 14 a 18 novembro de 2001 Sao Paulo-SP. Brasil. Conferencia
12- Peixoto, G. Reduction Mammaplasty. A personal technique. Plast. Reconstr. Surg. 65:2. 777, 1980.
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18- Convay, H. Smith, J. Breast Plastic Surgery: Reduction mammaplasty, mastopexy, aumentation mammaplasty and mammari construction. Plast. Reconstr. Surg., 21:8, 1958.
19- Harris L., Morris S.F., Freiberg A. Is breast feeling possibile after reduction mammaplasty? Plast. Reconstr. Surg. 89:836-838, 1992.
mastoplastica riduttiva in breve
Ricovero
Si entra in clinica il giorno dell'intervento e si viene dimessi il giorno successivo, in regime di day hospital.
Durata
L'intervento dura circa 2-3 ore. Preferiamo utilizzare l'anestesia peridurale alta, in alternativa l'anestesia locale associata alla sedazione.
Medicazioni
La prima visita di controllo viene effettuata dopo 5-7 giorni per la rimozione dei cerotti sulle incisioni. Poichè la maggior parte delle suture utilizzate sono di natura riassorbibile non è neccessaria l'asportazione dei punti di sutura nel post-operatorio. Il secondo controllo viene effettuato a distanza di 30 giorni dall'intervento di mastoplastica. Il controllo finale si effettua dopo circa 90 giorni.
Altre informazioni
Intervento indolore, che consente la ripresa delle attività lavorative leggere in 7-10 giorni e la ripresa delle attività sportive a partire da circa 2 mesi dopo l'intervento. Si sconsiglia l'esposizione al sole fino alla scomparsa di macchie rosse ed ecchimosi sulla cute