Otoplastica

Otoplastica, orecchie a sventola prima e dopo

Il trattamento chirurgico, che consente di correggere le orecchie a “ventola” prende il nome di Otoplastica.
Il padiglione auricolare è una struttura complessa formata da varie parti anatomiche, che possono essere più sviluppate o deformate costituzionalmente, producendo alterazioni dell’estetica e della fisionomia del viso.
A dispetto della complessità anatomica dell’orecchio, tutto quello che i pazienti richiedono da un intervento di Otoplastica è che il padiglione auricolare sia ben aderente al capo e questo è sempre l’aspetto principale, che tengo presente ogni volta, che un paziente mi richiede questo genere di correzione.
Esistono due aree anatomiche fondamentali, che da un punto di vista costituzionale deformano l’orecchio e possono richiedere un'otoplastica: la conca auricolare, che è l’area vicino al “foro auditivo”, tipicamente concava (a forma di conca) e che nei casi di eccessivo sviluppo tende a ruotare eccessivamente le orecchie dal piano parallelo aderente al capo, aprendole verso l’esterno e producendo l’aspetto a “ventola”.
L’antielice è l’altra area importante, costituita da un ripiegamento naturale della cartilagine auricolare a formare un cordoncino convesso che corre lungo tutta la curvatura dell’orecchio. La mancata curvatura della cartilagine su se stessa in questa area fa si, che la parte più laterale dell’orecchio non sia aderente alla testa ma risulti aperta verso l’esterno. Molte volte esistono singole anormalità, altre volte i difetti di conca e antielice coesistono rendendo necessario, durante l'otoplastica, interventire su tutte e due le strutture.

Le "orecchie a sventola" nel bambino

Spesso nel mio studio compaiono mamme richiedendomi correzioni delle orecchie per il figlio, preoccupate di far qualcosa prima, che al bambino possa venire il “complesso”. In realtà basta chiedere direttamente al bambino, per capire fino a che punto senta il problema. A volte il bambino dice di essere stato preso in giro dai compagni di scuola, altre volte inaspettatamente il bambino non sa neppure di che cosa la mamma stia parlando. Fermo restando che l’intervento di otoplastica è già eseguibile dopo i cinque anni, età in cui l’orecchio ha già raggiunto le dimensioni definitive, la mia opinione è che il bambino deve aver iniziato a sentire il problema o si rischia di produrre un trauma non necessario per averlo voluto sottoporre ad un intervento chirurgico senza un concreto motivo.

Otoplastica: Procedimento chirurgico

Per lavorare chirurgicamente sulle orecchie si incide la pelle posteriormente utilizzando il punto in cui la parte posteriore dell’orecchio incontra il capo. La cicatrice risulterà nascosta proprio all’interno di quella piega, che la renderà praticamente invisibile.
Le tecniche per intervenire sul padiglione auricolare sono moltissime. In questi casi, secondo me, probabilmente ancora non esiste una tecnica superiore rispetto alle altre o comunque nessuna di quelle esistenti funziona meglio delle altre. E’ tuttavia possibile fare una distinzione tra le tecniche conservative e le tecniche più aggressive. Per fare degli esempi, la Tecnica dei Punti di Sutura di Mustardè per flettere la cartilagine, dove costituzionalmente non si è modellata è considerata una tecnica conservativa rispetto ad esempio alla tecnica dell’Isola del Prof. Pitanguy in cui la cartilagine dell’antielice viene effettivamente incisa e non solo trazionata da suture. 
Anche dal punto di vista del “cosa correggere”, esiste una certa confusione: anatomicamente parlando, qualora esista un difetto dell’antielice è questo che andrebbe trattato, non la conca auricolare e viceversa, eppure alcuni autori utilizzano tecniche, che non considerano molto il lato anatomico, ottenendo nello stesso tempo, risultati molto buoni. Esempi in questo senso sono la tecnica delle microincisioni del Prof. Jeorge Ely, che tratta solo ed esclusivamente l’antielice, anche in presenza di ipertrofia della conca con microincisioni multiple di 2-3 millimetri, o le metodiche applicate da Juri (ARG), che invece al contrario, prevedono sempre l’asportazione di una parte della conca auricolare, anche se non ipertrofica. 
Personalmente, l’idea che mi sono fatto, in base alla mia esperienza è che tecniche più aggressive, ad esempio di scarificazione o incisioni delle cartilagini, associate a suture di sicurezza interne, siano la garanzia di un risultato duraturo e definitivo, evitando spiacevoli recidive del problema. Non dimentichiamoci infatti, che la cartilagine essendo un tessuto elastico tende nel tempo a riportarsi nella posizione originale, ecco perché tra gli addetti ai lavori si dice che la cartilagine ha “memoria”.

Otoplastica: Anestesia e Post-operatorio

L’intervento di Otoplastica può essere eseguito in anestesia locale pura o accompagnata da una sedazione, in modo tale, che il paziente non sia cosciente durante l’intervento. Per i bambini sotto i 12 -14 anni consiglio l’anestesia generale per motivi di “gestione” del paziente.
Con l’anestesia locale vengono bloccate tutte le terminazioni nervose, che afferiscono al padiglione auricolare, consentendo un “addormentamento” esclusivamente dell’area da trattare.
Il paziente entra in clinica con gli esami di routine, prescritti precedentemente e una volta sottoposto all’intervento chirurgico, viene dimesso dopo qualche ora, con una medicazione sulle orecchie e una fascia elastica sul capo. Il giorno successivo la medicazione viene aperta e dopo un controllo di routine il paziente torna al controllo dopo circa 15 giorni. Il paziente può condurre una vita normale e riprendere le normali attività dopo pochi giorni. Viene consigliata una fascia elastica solo per dormire durante i primi 30 giorni.
L’otoplastica è un intervento, che definisco moderatamente doloroso, probabilmente per via della alta innervazione della cartilagine auricolare ed esiste una concreta possibilità di avere fastidi dopo l’intervento. Ciò non significa, che il paziente patirà le pene dell’inferno. Oggi esiste tutta una gamma di forti analgesici a nostra disposizione per evitare, che il paziente soffra durante il post-operatorio. Nella mia routine dopo l'otoplastica, utilizzo sempre analgesici a dosaggio pieno per i primi 3 giorni.
A detta dei miei stessi pazienti i fastidi si riducono drasticamente dopo qualche giorno al punto tale da poter agevolmente sospendere la somministrazione dell’analgesico.

Tecniche non chirurgiche

Negli ultimi anni si sono viste proliferare tecniche e improbabili metodi di correzione non chirurgici delle orecchie a ventola. Tuttavia la cartilagine è elastica e come tale indeformabile definitivamente, a meno che non incisa o ancorata nella posizione desiderata mediante suture non riassorbibili. 
Le correzioni mediante tecniche non chirurgiche delle orecchie a ventola in chirurgia estetica, sono possibili solo nel neonato, nei primi giorni di vita, periodo in cui, per effetto degli estrogeni materni, le cartilagini in generale e quella auricolare in particolare, non hanno ancora acquisito l'elasticità normale e sono quindi passibili di correzione utilizzando medicazioni compressive e calchi di tipo dentistico costruiti appositamente e applicati al livello del padiglione auricolare per modellarlo. Superato questo primo periodo di vita, la cartilagine acquisisce elasticità e qualsiasi metodo non chirurgico per modificare la forma delle orecchie risulterà vano.

Otoplastica: Complicazioni

L’aspetto fondamentale di questo intervento è che l’orecchio dopo l’intervento deve essere ben aderente al capo. Lo dimostrano quelle correzioni tutto sommato accettabili, ma che non risolvono completamente il problema specie agli occhi del paziente. Tra queste c’è quella che chiamo “orecchio a telefono”, ossia l’orecchio una volta corretto risulta aderente al centro mentre il lobo in basso e la parte alta, sono aperte verso l’esterno a formare una “C”.
Un mio professore diceva, che la differenza tra un chirurgo, che ha fatto un buon lavoro e un chirurgo, che ha fatto semplicemente il lavoro, nel trattare le orecchie a “ventola”, si vede proprio da questo particolare.
Infatti difetti del polo superiore dell’orecchio in alto e della “coda” dell’antielice in basso quando non individuati, inevitabilmente producono queste situazioni.
Mi sento quindi di dire in questo caso, che il tipo di tecnica utilizzata per l’otoplastica è meno importante, che saper individuare i veri problemi specifici dell’orecchio del singolo paziente e magari risolverli con un insieme di tecniche, in modo tale da ottenere il risultato da sempre desiderato: le orecchie ben aderenti al capo.
L’intervento di Otoplastica c'è da dire inoltre è un intervento estremamente tranquillo da un punto di vista tecnico, tanto da essere tra i primi interventi di chirurgia estetica ad essere insegnati presso le scuole di specializzazione in chirurgia plastica. Anche le possibili complicazioni sono generalmente risolvibili con facilità. Tra le più frequenti ci sono gli ematomi della regione retroauricolare, che possono avvenire nelle ore successive all’intervento e che si risolvono mediante evacuazione per compressione e riposizionamento di una medicazione compressiva. L'infezione è una ulteriore complicazione rara possibile, comunque gestibile per mezzo di antibiotici a lungo termine.

otoplastica in breve

Durata dell'intervento
L'intervento chirurgico di otoplastica dura circa 40-90 minuti. 
Preferisco utilizzare l'anestesia locale pura o associata alla sedazione per l'otoplastica. Consiglio comunque l'anestesia generale per i bambini sotto i 10-12 anni, per l'intervento di otoplastica.

Tecnica
Esistono decine di tecniche per correggere le orecchie a "sventola". Quando il difetto è limitato all'antelice utilizziamo la tecnica delle microincisioni del Prof. Jorge Ely, mentre se sono presenti eccessi di cartilagine concale preferiamo un asportazione chirurgica tradizionale mediante una incisione dietro l'orecchio.

Ricovero
Per l'intervento di Otoplastica si entra in clinica il giorno dell'intervento e si viene dimessi dopo poche ore in regime di day hospital.

Medicazioni
La prima visita di controllo viene effettuata il giorno successivo all'intervento di otoplastica. Il secondo controllo viene effettuato a distanza di 7 giorni. Il controllo finale si effettua in 30-60 giorni.

​Altre informazioni
Post operatorio dell'otoplastica risulta moderatamente doloroso, probabilmente per l'alta innervazione della cartilagine auricolare, con necessità di analgesia nei primi giorni della convalescenza. La ripresa delle attività lavorative o scolastiche dopo l'otoplastica può avvenire in 3 -5 giorni.